La piattaforma di conio NFT, Zora, ha lanciato una versione fisica della sua rivista digitale Zine , che gli utenti possono riscattare tramite l’applicazione di NFT. Soprannominata Zora Zine Print Issue 001, l’edizione conterrà 2.500 copie, ciascuna supportata sulla blockchain da un token non fungibile basato su Ethereum e al prezzo di 0,0777 ETH ciascuna.
Anche se la mossa sembra regressiva, Zora vede la carta stampata come uno strumento vitale che può far avanzare i valori e gli obiettivi del Web3. Yana Sosnovskaya, capo dell’editoria di Zora Zine, sottolinea questo punto osservando: “Il successo non riguarda solo il mezzo, ma anche la creazione di valore per gli utenti, nel nostro caso culturale e curatoriale”.
Sosnovskaya spiega che la stampa fisica mira a catturare lo spirito di Web3. Qualcosa che “sarà affascinante rivisitare col passare del tempo, i giocatori ruotano, le regole cambiano, le idee turbinano e le ondate di clamore vanno e vengono”.

Zora Zine continua a sperimentare con gli strumenti Web3
Proprio come la sua controparte digitale, la stampa fisica continuerà a sperimentare soluzioni basate su blockchain che mirano a decentralizzare e democratizzare l’industria dei media. Ad esempio, questo numero presenta un progetto “Fake Ads” in cui 22 artisti si sono riuniti per creare prodotti e servizi Web3 fabbricati.
Zora mira a premiare ciascuno degli artisti coinvolti con un compenso onorario, monetizzando inoltre il loro lavoro attraverso una serie di zecche NFT in edizione aperta. In questo modo, i principi Web3 della rivista esisteranno in armonia con i suoi nuovi oggetti da collezione fisici.
È interessante notare che questa non è la prima volta che la rivista sperimenta strumenti tecnologici decentralizzati per offrire ad artisti, giornalisti, fotografi e altri collaboratori una quota delle sue entrate. Altri esperimenti hanno coinvolto il crowdfunding scrivendo concerti e consentendo al pubblico di scegliere il tipo di storie che vorrebbe vedere pubblicate.
La prima edizione stampata di Zora Zine si concentra sul tema delle “Dinamiche intergenerazionali” delineato in 250 pagine. In totale, ci sono oltre 60 contributori, tra cui personaggi noti all’interno dell’industria tecnologica come Kevin Kelly, direttore esecutivo di Wired, Jaron Lanier, filosofo informatico e futurista, e molti altri.
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