Gli IP NFT sono oggetto di dibattito. Nell’affrontare il dilemma della proprietà intellettuale, Truth Labs ha intrapreso una nuova strada. Ha deciso di fornire a ciascun detentore della collezione The 187 NFT contratti su misura. Questa mossa potenzialmente elude le questioni normative massimizzando al contempo il valore per i detentori.
In cosa consiste l’accordo di Truth Labs con i detentori?
Truth Labs ha già stretto due accordi unici con i titolari. Il primo riguarda King Kong, diventato partner ufficiale della collezione Goblintown. Secondo i termini di questa partnership, guadagnerà una royalty dell’1% dalle vendite passate e future. Ciò gli garantisce una vincita di 40-50 ETH.
Il secondo contratto unico è stato negoziato con Ding Ding. Si concentra sulla produzione di merchandising della vita reale ispirati al suo NFT, The Waldragon. In questo accordo, Ding Ding è descritto come un “partner alla pari” nelle entrate generate dalle vendite di merci.
Poiché il mercato NFT è alle prese con l’incertezza, la questione del valore e dell’utilità di possedere un NFT diventa più pertinente. Alcuni, come Pudgy Penguins, hanno sfruttato con successo l’IP dei loro progetti, concludendo accordi di licenza per giocattoli fisici e libri per bambini. Collezione NFT Deadfellaz ha adottato una strategia simile, collaborando con organizzazioni come Chicago Bulls, DraftKings e Wrangler.
Quali sono gli altri modelli per gli IP?
Al contrario, lo scorso agosto Proof Collective ha cambiato la sua collezione Moonbirds in una licenza CC0, provocando un putiferio tra i possessori. Alcuni hanno ritenuto che la decisione fosse un’esca centralizzata, poiché è avvenuta molto tempo dopo che le persone avevano originariamente acquistato gli NFT.
Yuga Labs ha seguito l’esempio, concedendo ai possessori di CryptoPunks libero sfogo per utilizzare l’IP del loro NFT tramite licenze CC0. Ciò rende l’IP di dominio pubblico e disponibile per qualsiasi scopo, incluso l’uso commerciale.
Sebbene le licenze CC0 garantiscano ai titolari una notevole libertà, consentono anche a chiunque di utilizzare lo stesso IP. Secondo alcuni commentatori di Web3, vanifica in primo luogo lo scopo di possedere un pezzo unico di arte digitale.
Creando contratti individuali per ciascun titolare degli NFT nella raccolta The 187, Truth Labs sta navigando in una via di mezzo. Inoltre, gli consente di evitare il controllo SEC pur preservando l’unicità e il valore dei loro NFT.
L’azienda mira a capitalizzare l’IP di Web3 per superare il prolungato inverno delle criptovalute. Questo approccio unico alla gestione IP NFT, sebbene sia ancora nelle sue fasi iniziali, potrebbe rappresentare una nuova via per i progetti Web3 in un panorama in rapida evoluzione.
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